Prigionieri dell'Arte
Prigionieri dell’Arte, realizzato in collaborazione con la Compagnia Stabile Assai della casa di reclusione di Rebibbia, vuole essere una serata di teatro e di musica che ci spinga a riflettere sulla giustizia, sul senso della condanna e della detenzione, sul tempo che compone l’esistenza di chi si trova a vivere o combattere il mondo della delinquenza.
Un famoso giudice, uomo di punta dello Stato nella lotta contro la criminalità organizzata, alla ricerca di un luogo appartato dove scaricare un po’ di tensione fumando una sigaretta, si trova intrappolato nel vuoto di un non luogo, dove incontra uno strano prete che sembra lo stesse aspettando. In questo altrove popolato di pochi oggetti, tra i due si sviluppa una conversazione a tratti conflittuale, che porta a continui ribaltamenti di ruoli. Il prete, svelando la sua inquietante identità, proporrà punti di contatto inaspettati con la vita e con la professione del magistrato.
La storia prende corpo e il non luogo dove la scena si colloca acquisisce progressivamente senso e contorno, così l’esperienza del prete assume la funzione di accompagnare il giudice nel prendere quella che sarà la decisione più importante della sua vita. Alla gravità e alla drammaticità dei temi trattati fa da contrasto un linguaggio veloce, immediato, che spesso si colora di un’ironia quasi comica e che rende dinamico e godibile lo scontro incontro tra i due personaggi.
La localizzazione surreale della scena consente allo spettatore di assumere un punto di vista originale e insolito verso vicende di stringente attualità, tasselli essenziali della storia recente del nostro Paese.
L'evento è stato selezionato tra i progetti destinatari di un finanziamento a valere sull'"Avviso concorrenziale - selezione di progetti di animazione culturale e spettacolo dal vivo da realizzarsi presso il WEGIL" emanato da LAZIOcrea S.p.A., società in house della Regione Lazio.